La Chiesa di San Bartolomeo della Caorsa ad Affi

“Affi, Incaffi, Cavaion e Caorsa i sta tuti en n’a borsa” eppure, nonostante il detto popolare, questo piccolo territorio è ricco di preziose testimonianze storico-artistiche della civiltà del passato. Ne è un esempio la bellissima chiesa romanica di San Bartolomeo della Caorsa, località di Affi (XIII secolo). La chiesa sorge a metà strada tra i comuni di Affi e Cavaion Veronese, all’ombra del monte Moscal.

Chiesa di San Bartolomeo, lato nord

 CENNI STORICI

La chiesa di San Bartolomeo risale circa al XIII secolo, periodo dal quale è documentata la presenza della contrada Caorsa, dove la chiesa si trova.

Non esiste alcuna documentazione circa la sua costruzione e quindi non è possibile risalire all’anno preciso. Ciò che è noto è che la proprietà della chiesa era di privati almeno fino al 1456, quando il ricco possidente Nicolò Saibante cedette alla Santa Casa di Pietà di Verona, allora orfanatrofio, 307 pezze di terreno tra la Caorsa e Affi, tra cui si pensa ci fosse anche la Chiesa di San Bartolomeo.

La prima raffigurazione cartografica della chiesa di San Bartolomeo si trova nella “Carta dell’Almagià”, attribuita al 1465 circa, dove si vede il territorio della Caorsa raffigurato accanto al monte Moscal.

Carta dell’Almagià (1465)
Ingrandimento sul monte Moscal e Caorsa

Durante i secoli XV, XVI, XVII la Santa Casa di Pietà di Verona si impegnò nella ristrutturazione e affrescatura della chiesetta romanica di San Bartolomeo, sollecitata dalle lamentele degli abitanti del luogo riguardo al suo stato di degrado. In questo periodo la chiesa venne annessa con molta probabilità ad un ospizio o ricovero di pellegrini e viandanti, come dimostrano le molte “firme” e date incise sulle pareti della chiesa.

Dettaglio della parete con “firme”, date e scritte di pellegrini e viandanti

Nel XVIII secolo la chiesa venne innalzata, ampliata e ridipinta, ma a partire dall’Ottocento cominciò la progressiva decadenza. Nel tempo l’altare in muratura prese il posto di quello in marmo e si verificò il furto della pala settecentesca dell’abside. Il passaggio di proprietà all’Amministrazione Provinciale di Verona e successivamente al Comune di Affi, nel 1997, portò ad una completa ristrutturazione compiuta sotto la progettazione e direzione dei lavori dell’architetto Roberto Ulisse. Gli interventi di restauro vennero invece eseguiti da Massimo Tisato e Francesca Giardini.

Chiesa di San Bartolomeo, lato sud

DESCRIZIONE

La chiesa di San Bartolomeo è in stile romanico con facciata “a capanna”. L’interno presenta un’unica navata con una piccola abside rettangolare, originariamente semicircolare e modificata nel XVII secolo. La copertura è a capriate in legno. La chiesa attuale è più alta rispetto all’originale, come dimostrano ed evidenziano gli affreschi del XV secolo. Anche le due finestre sul lato sud e l’”occhio” sulla facciata sono stati aggiunti successivamente, intorno alla metà del Seicento. La chiesa è dotata di una sacrestia a pianta quadrata, aggiunta nel XVIII secolo. L’edificio presenta tre ingressi, uno in corrispondenza della facciata, uno sul lato sud e uno sul lato nord che porta alla sacrestia.

Gli interni presentano degli interessantissimi affreschi, recentemente restaurati (1997-1999), che mostrano rappresentazioni di San Bartolomeo e una serie di immagini, di seguito descritte. Il Santo morì scuoiato ed è dunque considerato il protettore dei macellai e legato alla figura del maiale. A questo proposito va ricordato che ogni anno, da oltre mezzo millennio, il 24 agosto si tiene alla Caorsa l’antica fiera dei suini, che per lungo tempo è stata occasione per ogni famiglia dell’entroterra gardesano di acquistare i “porsèi”, maialini da allevare.

Interno della chiesa di San Bartolomeo

AFFRESCHI

Gli affreschi della chiesa di San Bartolomeo sono una preziosa testimonianza della pittura dell’entroterra gardesano del Quattrocento. Questi ricoprono interamente le murature interne della chiesa, nella sua dimensione originaria, e grazie ai recenti restauri sono ora ben apprezzabili e visibili nella loro bellezza. Di seguito un elenco delle opere, con relativo periodo di realizzazione. Si pensa infatti che gli affreschi risalgano a due interventi pittorici distinti, entrambi del XV secolo.

Prima metà del XV secolo (primo intervento) Seconda metà del XV secolo (secondo intervento)
(1) Sant’Antonio Abate
(2) Cristo
(3) Madonna ed orante
(4) San Bartolomeo
(5) Cristoforo con bambino
(6) Bartolomeo con pelle sulle spalle
(11) San Bartolomeo
(17) Arcangelo Gabriele
(18) Vergine annunciata
(22) Madonna con bambino
(23) Ultima Cena
(25) Crocefissione
(7) Madonna con bambino
(8) San Bartolomeo
(9) Vescovo
(10) Cristo
(12) San Giorgio a cavallo con fanciulla
(13) Santo Monaco
(14) Santo vescovo
(15) Sant’Elena con la croce
(16) San Francesco
(19) Santo non identificato
(20) San Giacomo
(21) Sant’Antonio Abate
(24) Adorazione dei magi
Facciata nord, primo intervento (cerchio nero) e secondo intervento (doppio cerchio)

 

Facciata sud, primo intervento (cerchio nero) e secondo intervento (doppio cerchio)

È curioso notare come, all’interno della chiesa, San Bartolomeo sia rappresentato ben cinque volte, due con una veste dal vistoso motivo floreale e una con la pelle sulla spalla. Il Santo è sempre ben riconoscibile grazie all’iconografia che lo vede rappresentato con un libro in mano e un coltello. Secondo la tradizione infatti egli fu martirizzato per scuoiamento della pelle dopo aver convertito al cristianesimo il re armeno Polinio e la sua regina.

San Bartolomeo rappresentato 5 volte (in ordine dalla controfacciata, procedendo verso nord)
Affresco dell’Ultima Cena, Cristo porge il pane al traditore Giuda (senza aureola), prima metà del XV secolo

CURIOSITÀ: L’ULTIMA CENA

Dettaglio sul maialino dell’Ultima Cena

C’è un dettaglio curioso nell’Ultima Cena affrescata all’interno della chiesa di San Bartolomeo. Si tratta del contenuto della pisside collocata tra Cristo e Giuda che, al posto di essere un agnello come nell’iconografia medievale, sembra invece essere un lattonzolo.

L’ignoto pittore del XV secolo prese probabilmente spunto dalla fiera dei suini del 24 agosto, nata intorno al XII-XIII secolo, che era un punto di riferimento per gli agricoltori dell’entroterra gardesano ed occasione per acquistare maialini. L’antica fiera si festeggia ancora oggi nel piazzale della chiesa e, nonostante non sia ormai più occasione di compravendita di suini, attrae ancora grande pubblico da tutto il territorio.

FONTI:

 

a cura della Dott. Silvia Recalcati.