Il morgengabe

Atto che consacra il morgengabe, datato intorno al 1000

Il termine “morgengabe” deriva dalle parole tedesche Morgen (mattino) e gabe (dono), indicava la consuetudine germanica e tipica dei Longobardi per la quale il marito elargiva pubblicamente un dono alla sposa il mattino dopo le nozze, per attestarne l’onorabilità. Infatti l’uomo aveva il diritto di ripudiarla se non l’avesse trovata vergine. Il morgengabe era anche chiamato praetium virginitatis[1], proprio per ribadire questo concetto. A tal proposito è bene ricordare che “lo ius primae noctis[2] è una straordinaria fantasia che il Medioevo ha creato, che è nata alla fine del Medioevo, ed a cui hanno creduto così tanto, che c’era quasi il rischio che qualcuno volesse metterlo in pratica davvero, anche se non risulta che sia mai successo davvero. In realtà è una fantasia: non è mai esistito”[3].

Solo col dono la validità delle nozze era definitivamente confermata. Inizialmente il dono consisteva per lo più in monili, ma venne ad assumere gradualmente una tale consistenza da essere regolamentato: secondo la legge longobarda il morgengabe non doveva essere più di un quarto del patrimonio del marito. Pertanto il “dono del mattino” diveniva una sorte di dote a beneficio della moglie e, contemporaneamente, era il modo per formalizzare il matrimonio.

Monili longobardi

Il morgengabe era volto anche al mantenimento dei figli, oltre al sostentamento della moglie nell’eventualità che rimanesse vedova.

Si hanno attestazioni dell’utilizzo del morgengabe fino al XIII secolo nell’Italia settentrionale, mentre al sud arrivano sino all’XI secolo, durante il periodo di dominazione normanna.

La consuetudine del morgengabe venne regolata dall’editto di Rotari[4] nel 643 d.C. e ripresa quasi un secolo dopo da Liutprando[5].

Editto di Rotari

La donna acquisiva il morgengabe durante il matrimonio e, divenuta vedova, poteva portarlo con sé passando a seconde nozze[6].

Tuttavia il matrimonio morganatico[7], che si basava anche sul morgengabe, stabiliva che la moglie e i figli non potessero avanzare diritti sul patrimonio del marito e padre, eccetto il “dono del mattino”. A causa di ciò tra l’VIII al X si diffuse il fenomeno della monacazione delle vedove[8] che in parte si può ricondurre all’avversione che la società nutriva nei confronti delle seconde nozze.

NOTE

[1] il prezzo della verginità
[2] diritto di un signore feudale a prendere di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze
[3] Barbero A., 2013
[4] editto del 23 novembre 643 con cui il sovrano Rotari mise per iscritto, in latino, le leggi consuetudinarie dei Longobardi e sostituisce la faida con il guidrigildo, ovvero un risarcimento in denaro
[5] Liutprando Leges
[6] Aa.Vv., 2017
[7] di probabile derivazione etimologica dal termine “morgengabe”
[8] Cammarosano P., 2003

IMMAGINI

BIBLIOGRAFIA

  • Vv., 2017, Treccani 2017. Dizionario della lingua italiana, Giunti T.V.P.
  • Barbero A., Frugoni C., 2001, Dizionario del Medioevo, Laterza
  • Barni G., 1987, I Longobardi in Italia, Istituto Geografico De Agostini
  • Cammarosano P., 2003, Storia dell’Italia medievale. Dal VI all’XI secolo, Laterza
  • Castagnetti A., 2007, Una carta inedita di morgengabe dell’828, in Castagnetti A., Ciaralli A., Varanini G.M. a cura di, Medioevo Studi e Documenti, Libreria Universitaria Editrice Verona
  • Diacono P., 2017, Storia dei Longobardi, Skira

SITOGRAFIA

A cura del Dott. Nicola Residori