Il duello ordalico giudiziario

Si definisce duello il combattimento formalizzato tra due persone.

Duello ordalico – giudiziario: dal latino medievale ordalium e dal longobardo ordaïl, che significa “giudizio di Dio”, duello di matrice germanico-barbarica dove si riteneva che l’esito del duello non dipendesse tanto dal valore del combattente quanto appunto dal giudizio di Dio, per risolvere controversie legali, di verità, eredità, ecc.

Poniamo l’attenzione sul fatto che va differenziato dal “torneo” o “giostra”, in quanto quest’ultimo si svolgeva pro solo exercitio, atque ostentatione virium (per solo esercizio, e dimostrazione di forza).

Differentemente nell’Europa alto medievale solo per due casi, in assenza di prove, il duello era concesso dal giudice: per gli omicidi commessi col veleno o a tradimento, e per il crimine di lesa maestà.

L’ordalia (giudizio divino, dal tedesco Ur-theil) è un’antica forma giuridica che consisteva nel sottoporre l’imputato a prove dolorose o potenzialmente mortali e, dall’esito, dedurne il favore o sfavore degli dei, decretandone o meno l’innocenza. Il duello ordalico si distingue quindi dalla faida, poiché questa era una mera forma di regolamentazione dei conflitti privati tra due individui o due gruppi, senza implicazioni né sovrannaturali né di validità giuridica.La Chiesa era fortemente contraria al duello ordalico, considerandolo una sfida a Dio stesso. Tuttavia pare contraddirsi investendosi del diritto di praticare altri processi ordalici su condannati, quali prove dell’acqua o del fuoco, e la più conosciuta e recente Sacra Inquisizione: in tale pratica infatti il condannato, se innocente, avrebbe ricevuto da Dio l’immunità al dolore della tortura e ai danni subiti. Salta all’occhio come questa devianza del Cristianesimo abbia trovato molti più punti di contatto con il diritto germanico che non con quello romano, che aveva abbandonato le ordalie qualche secolo prima di Cristo. Fu infatti la Lex Salica ad introdurre l’Ordalia dell’Acqua bollente.

Nella letteratura il duello era di sovente usato per risolvere intere guerre in un unica “singolare tenzone” tra due campioni, basti pensare al duello tra Achille ed Ettore, nell’Iliade.

Anche nella letteratura medievale possiamo trovarne degli esempi: Goffredo di Monmouth (1110-1155 circa) narra che intorno al V secolo Dopo Cristo che sulle coste della Manica sbarcarono schiere di tribù celtiche guidate da un nuovo valoroso capo: Arturo, il leggendario re, possessore della sacra spada Caliburna. La Gallia era allora dispoticamente governata dal tribuno Frollo, per conto dell’imperatore romano Leone. Frollo si apprestò a tentare di respingere l’invasore, ma fallì miseramente. Battè in ritirata, barricandosi a Parigi, Arturo lo inseguì tenendo in assedio la città per un mese. Frollo, in un ultimo slancio di orgoglio decise di lanciare una sfida al Re: un duello, dove il vincitore avrebbe conseguito il regno e il popolo dello sconfitto. Il luogo prescelto per lo scontro fu una piccola isola della Senna. Ai lati contrapposti del fiume, il popolo di Parigi e l’esercito britanno attendevano con ansia. I cavalli erano alti e possenti, le armi dei contendenti erano riccamente intarsiate e le armature sfavillanti, Arturo sullo scudo recava un’immagine della madonna. Al segnale lanciarono i cavalli al galoppo, Arturo schivò il colpo di Frollo conficcando la sua lancia nella parte superiore del petto, e facendo forza lo disarcionò scaraventandolo a terra. Sguainò la spada per finirlo quando Frollo, improvvisamente in piedi, conficcò la sua lancia nel petto del cavallo di Arturo. Cavallo e cavaliere caddero a terra rovinosamente, ma subito Arturo si rialzò parando con lo scudo la spada di Frollo già pronta a colpire. E’ l’ultima fase del combattimento, i due cavalieri, esausti, si doppiano reciprocamente i colpi. Ad un tratto Frollo colpisce l’elmo di Arturo, ammaccandolo e provocando una grossa escoriazione sul capo, che sanguina copiosamente arrossando l’armatura. Arturo sembrava sconfitto ma ad un tratto, come era solito fare nei momenti più critici, invoca la Santa Vergine recuperando improvvisamente le forze, estrae così la spada Caliburna e con un sol fendente spacca a metà elmo e testa di Frollo, che si accascia esanime al suolo. La leggenda vuole che per ringraziare la Santa Vergine, Arturo fece erigere su quel suolo una cattedrale: Notre Dame. Tutto era cominciato con un duello, l’Europa medievale avrebbe affondato le sue radici in una singolar tenzone.

Pur essendo questa una leggenda, si possono cogliere chiaramente i tratti culturali che contraddistinguono il concetto di duello nell’europa medievale, l’onore, i princìpi cavallereschi, e un fervente senso di giustizia religiosa.

FONTI:

a cura di Gabriele Tita