La basilica di Sant’Anastasia

La basilica di Sant’Anastasia è un esempio molto significativo dell’architettura gotica italiana ed in Sant'Anastasia_02particolare veronese del XIII e XIV secolo.

Fu costruita nel 1290 dall’ordine dei Domenicani con il generoso contributo degli Scaligeri: già il capostipite dei Della Scala, Alberto I, fa menzione nel testamento di un lascito alla chiesa, e stessa cosa fecero Cangrande e Cansignorio, suoi discendenti. A contribuire al finanziamento fu anche il consigliere scaligero Guglielmo da Castelbarco, sepolto poi nella basilica e il cui stemma, un leone rampante bianco in campo rosso, si può tuttora vedere in prossimità dell’altar maggiore.

Molti autori sono concordi nell’affermare che, con molta probabilità, la basilica fu inizialmente costruita su una chiesa già esistente nel 890 dedicata a Sant’Anastasia e che i Domenicani ricevendola in dono nel 1281 vollero dedicare invece la costruzione del nuovo tempio e del relativo monastero a San Pietro martire, loro confratello, patrono assieme a San Zeno della città e commemorato il 29 aprile. Questa operazione riscosse scarso successo tra i veronesi che continuarono a intitolare la basilica alla Santa. Del tentativo domenicano rimane a testimonianza l’altar maggiore dedicato a San Pietro Martire.

La basilica è struttura in tre navate, divise in sei campate con volte a crociera. Ben 17 cappelle si aprono lungo le pareti laterali e Santa_Anastasia_01nell’abside e tutte appaiono ricche di pregevoli opere attribuite ai migliori artisti del tempo, dagli affreschi di Altichiero e Pisanello alle terracotte di Michele da Firenze alle creazioni di Giovanni di Bartolo. All’esterno spicca l’altissimo campanile che culmina in una guglia slanciata dalle nervature in pietra e la semplice maestosità della facciata in cotto, incompiuta, ma arricchita dal portale decorato.

Numerose, in tutta la struttura, sono le testimonianze della signoria Scaligera, a partire dalle sculture che fiancheggiano la scalinata dell’altare: due levrieri rampanti. Tradizione vuole che nell’affresco di Lorenzo Veneziano all’interno della cappella del Rosario siano raffigurati come “offerenti” Cangrande II e la moglie Elisabetta di Baviera, secondo alcuni, Mastino II della Scala e Taddea da Carrara, secondo altri. Ancora più evidente è la presenza dello stemma Scaligero sulla fronte dell’arco trionfale nell’abside centrale a loro dedicato.

FONTI:

  • “S. Anastasia” di M. Bergamaschi in “Presenze Scaligere Veronesi” ed BPV
  • “Chiese gotiche di Verona Scaligera” AA.VV. in “Il tempo e la storia 3 – I segni della Verona scaligera” ed Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno
  • “La Basilica di Sant’Anastasia” in “Arte e Storia Verona” AA. VV. ed Bonechi

a cura della Dott.ssa Claudia M. Giagnoni