La Bastia di San Michele a Cavaion Veronese

Negli ultimi secoli del primo millennio d.C., nella zona del Garda orientale e del suo entroterra, vennero edificati Importanti monasteri con estesi patrimoni fondiari. Accanto ad essi vennero fondati villaggi, tra i quali compare Cavaion, sotto il nome di Vicus Cavaloni, già documentato nel 1111. Questi villaggi sorsero in un contesto in cui si stavano creando nuovi centri di potere, rappresentati da insediamenti fortificati o castelli.

L’insediamento fortificato, dal 2014 aperto al pubblico come “Archeoparco Bastia San Michele”, comprendeva oltre 5000 mq disposti su due terrazze circondate da mura, con aperture che consentivano il passaggio da un livello e l’altro. Sono due i livelli principali oggi visitabili: il più basso, occupato da una chiesa e da altre strutture religiose; il più alto, con i resti della zona abitata destinata alle truppe.


La terrazza inferiore era occupata dalla chiesa di San Michele, sorta tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo, a cui si affiancò, dopo il XIV secolo, un complesso costituito da vari ambienti affacciati su un cortile, da riferire a una piccola comunità religiosa. La vocazione religiosa dell’edificio sembra confermata dal ritrovamento di alcune conchiglie di capasanta, che per tradizione il pellegrino indossava sul proprio mantello durante il cammino verso Santiago de Compostela.

Complesso religioso di San Michele
Fossa di fusione per campane

L’edificio di culto vide nel tempo un progressivo ingrandimento, andando ad inglobare anche il cimitero che in origine era al suo esterno. Durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio, nel corso del Medioevo, furono realizzati due impianti metallurgici per la fabbricazione di campane, attività molto importante dal punto di vista economico e sociale.

I perimetrali della chiesa, costruiti in pietre locali, segnalano diversi episodi di ricostruzioni delle strutture, evidentemente distrutte o danneggiate, fino al tamponamento, tra il XV e il XVII secolo, degli archi absidali. Complesse sono le trasformazioni architettoniche dell’edificio di culto che vide nel tempo un progressivo ingrandimento, andando ad inglobare anche il cimitero che in origine era al suo esterno.

Molti degli elementi architettonici e dell’apparato decorativo della chiesa furono reimpiegati in occasione della costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Cavaion, nel XIX secolo.

Il complesso religioso, forse un monastero, era realizzato su due piani; negli ambienti al piano terra, si trovavano le cucine e il refettorio, oltre ad alcune piccole celle. Al centro del chiostro si trovava un grande pozzo alla veneziana alimentato dalle acque piovane che venivano in esso convogliate dalle gronde dei tetti.

Mura della bastia
Ferri di cavallo e sperone

Nella terrazza superiore v’era una zona abitata racchiusa da una seconda cinta turrita. Un passaggio fortificato permetteva di raggiungere, tramite una ripida rampa stradale, la sommità del sito.

L’abitato comprendeva diversi edifici a destinazione residenziale, pubblica e artigianale, collocati anch’essi attorno ad un ampio spazio centrale. La presenza di ferri di cavallo e di uno sperone tra i reperti ritrovati in loco suggerisce che questa zona potesse avere ospitato una guarnigione di cavalleria, caratterizzandosi come presidio militare.

Le fasi costruttive in questa parte dell’insediamento si collocano, prevalentemente tra il XI-XII e il XIV secolo, analogamente agli edifici della terrazza inferiore. Gli archivi non forniscono nessuna documentazione sulla fortificazione, mentre la chiesa risulta registrata nelle visite pastorali dal 1530.

FONTI:

  • Vv., 1887, Archivio veneto, anno XVII, tomo XXXIII, parte I, Tipografia del commercio di M. Visentini, Venezia
  • Vv., 2007, Del fondere campane. Dall’archeologia alla produzione. Quadri regionali per l’Italia settentrionale, a cura di Lusuardi Siena S., Neri E., All’Insegna del Giglio Editore
  • VV. 2018, Cavaion dalla Preistoria al Medioevo. Un’avventura archeologica con la scuola, a cura di Aspes A., ed. Museo Civico Archeologico di Cavaion Veronese
  • Appunti del “Corso di formazione per operatori museali del Museo Archeologico di Cavaion Veronese”, 2016
  • Giberti G.M., 1989, Riforma pretridentina della diocesi di Verona: visite pastorali del vescovo G.M. Giberti, 1525-1542, a cura di Fasani A., ed. Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa

IMMAGINI:

  • VV. 2018, Cavaion dalla Preistoria al Medioevo. Un’avventura archeologica con la scuola, a cura di Aspes A., ed. Museo Civico Archeologico di Cavaion Veronese
  • Silvia Recalcati

a cura del Dott. Nicola Residori