Armi d’assedio nel Medioevo

INTRODUZIONE E BREVE STORIA

Nel corso del Medioevo le battaglie spesso avevano come obiettivo la conquista di una base nemica, che fosse essa una città o una più piccola fortezza. Un normale esercito di fanteria o cavalleria era difficilmente in grado di superare tali fortificazioni difensive. Infatti la presenza di città murate sia di costruzione romana, sia di costruzione contemporanea, imponeva agli eserciti terrestri la capacità di dover valicare o abbattere quelle mura che, come un ostacolo all’apparenza insormontabile, si ponevano sul loro cammino.

E’ in questo contesto che vengono sviluppate le armi d’assedio, che permettono di aggirare o abbattere mura, porte e qualunque altra fortificazione difensiva dell’esercito nemico, così da aprire un varco che permetta l’ingresso degli eserciti terrestri e la conquista della roccaforte.

Fino agli inizi del XIII secolo non si verificarono sostanziali progressi nella costruzione di armi d’assedio, in quanto si tendeva ad adottare le antiche macchine di derivazione romana o ellenistica. In particolare, in epoca greca ed ellenistica vennero sviluppate tutte le armi finalizzate ad avvicinarsi alle mura per valicarle, dalle semplici scale a torri semoventi, che venivano avvicinate alle mura per permettere agli eserciti di raggiungerle e scavalcarle; oltre che strumenti come l‘ariete. I limiti di queste macchine erano legati al fatto che per funzionare era necessario avvicinarsi alle mura nemiche, con tutti i pericoli che ne conseguivano. In epoca romana, invece, furono ideate armi d’assedio che potevano funzionare dalla lunga distanza, come balista e catapulta.

All’avvenire del XIII secolo la diffusione della polvere da sparo consente lo sviluppo delle prime armi da fuoco, tanto imperfette e rudimentali quanto tuttavia innovative. Ne fu esempio emblematico la caduta di Costantinopoli nel 1453, le cui leggendarie mura avevano difeso la città per secoli. Ma esse non erano progettate per poter resistere alla potenza distruttiva delle nuove armi da fuoco utilizzate dai Turchi assedianti: la città cadde e si apriva una nuova era dell’arte bellica.

CLASSIFICAZIONE

A seconda del meccanismo che ne regola il funzionamento, possiamo classificare le armi d’assedio utilizzate nel Medioevo in tre categorie:

  1. Le macchine a torsione, che utilizzano per il loro funzionamento l’energia liberata dal rapido svolgimento di una matassa, per esempio una corda. Ne sono un esempio macchine come la catapulta o onagro, la balista.
  2. Le macchine a contrappeso, che utilizzano per il loro funzionamento l’energia prodotta dalla caduta del contrappeso. Macchine di questo tipo sono il trabucco e il mangano.
  3. I pezzi d’artiglieria, che utilizzano per il loro funzionamento l’energia prodotta dall’accensione della polvere pirica, un particolare tipo di polvere da sparo.

ALCUNE ARMI D’ASSEDIO

CATAPULTA: La parola catapulta è un termine generico per indicare una macchina da assedio che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre, proiettili di metallo o dardi e frecce. L’immagine prototipica della catapulta vede lo strumento costituito da due montanti verticali, disposta orizzontalmente una matassa attorcigliata, in mezzo alla quale era piazzata l’estremità di un braccio di legno. L’altra estremità del braccio ha un alloggiamento su cui posizionare il proiettile. Per far agire la macchina, si abbassava il braccio orizzontalmente, piazzando il proiettile nella cucchiara sull’estremità esterna del braccio, e poi lo si liberava per mezzo dello scatto. Il braccio ritornava con forza e scagliava il proiettile. Il trabucco può essere considerato un particolare tipo di catapulta, dalla maggiore dimensione portata e basato su un meccanismo a leve.

ARIETE: Inventata dagli Assiri ed esportata in occidente dagli Spartani, questa macchina d’assedio fu usata molto spesso durante il Medioevo per poter sfondare in molti casi le porte delle città (o le mura, laddove fosse stato possibile). Al suo interno nascondeva un enorme fusto d’albero, usato per praticare brecce e sospinto da un gruppo di uomini nascosti all’interno, riparati esternamente. Per evitare che l’arma d’assedio fosse data alle fiamme, lo strato esterno veniva generalmente ricoperto di pelli umide o lamine di metallo.

BALISTA: La balista è una grande macchina d’assedio inventata dai Greci e usata soprattutto dai Romani. Lanciava grandi dardi o pietre sferiche singolarmente o per piccoli gruppi, secondo il tipo di modello. In generale la balista si costruiva in legno, con qualche parte costruita o almeno rivestita di metallo e venivano utilizzate corde o tendini di animali come tensori.
L’arma era tanto efficace quanto di difficile realizzazione. È infatti considerata uno degli artefatti umani preindustriali più complessi mai sviluppati, e proprio per la mole di lavoro richiesta nel realizzarla spesso erano preferiti strumenti come le tradizionali catapulte, più semplici da assemblare al momento.

MINA: Per mina, nel contesto bellico medioevale, si intende lo scavo di gallerie sotterranee che arrivavano fino alle fondamenta delle mura delle città. Una volta giunti in loco l’opera si fermava, e venivano ammassati legno, paglia, pece. Dopo quest’operazione venivano appiccate le fiamme, e le fondamenta cedendo facevano crollare le mura permettendo l’ingresso in città da parte degli assedianti.
Gli assediati potevano difendersi dalla mina tramite un lavoro di contromina. Tramite gallerie che gli stessi assediati scavavano nel terreno, cercavano o di intercettare chi scavava verso di loro, oppure, se non riuscivano, trovando il materiale da mina lo bagnavano e in tal modo le fiamme non avevano luogo.

CANNONI E MORTAI: Si intendono bocche da fuoco che permettono l’espulsione di proiettili tramite espansione dei gas prodotti dalla deflagrazione di polvere da sparo.
Sebbene l’utilizzo su vasta scala e l’efficienza di queste armi andò nettamente migliorando nel corso del XV e XVI secolo, tuttavia queste armi fecero la loro comparsa nell’epoca medioevale. Se inizialmente questi strumenti potevano essere più pericoli per chi li usava – non era raro che esplodessero durante la carica – con il passare del tempo divennero strumenti necessari per stare al passo con l’avanzamento delle tecnologie belliche.
Le vecchie mura dei castelli e le vecchie armi d’assedio si rivelarono strumenti obsoleti.
Tuttavia l’uso delle armi d’artiglieria era limitata da ragioni legate ai costi. La produzione di queste armi d’assedio aveva infatti ad un altissimo costo di produzione e solo gli stati più grandi e i sovrani potevano permettersi di costruirle. Da qui l’inizio dell’avvento dei grandi stati nazionali e la fine dell’epoca dei piccoli signori di fatto indipendenti dalla corona.

TORRE D’ASSEDIO: Conosciute già dagli Assiri e notevolmente diffuse in epoca antica, si trattava di vere e proprie torri di legno, usate dai soldati per raggiungere le mura nemiche e per cercar così di conquistarle, mentre arcieri posizionati all’interno attaccavano dalla distanza i soldati nemici. Ebbero un notevolissimo utilizzo soprattutto durante la fine del periodo romano. Durante il periodo medievale divennero ancora più elaborate e complesso rispetto ai secoli passati (simili ad esse sono le scale d’assedio, che se avevano da una parte il vantaggio di essere leggere, economiche e di veloce realizzazione, d’altra parte erano estremamente pericolose per chi le utilizzava, che si trovava esposto e vulnerabile). Il loro punto debole è la facile infiammabilità, unita al fatto che, per ovvi motivi, rendeva davvero solo se utilizzata a ridosso delle mura nemiche, quindi totalmente esposta al fuoco. Durante l’assedio di Costantinopoli del 1453, quelle ottomane furono spazzate via dal fuoco greco.

FUOCO GRECO:  Usato sia per scopi difensivi che offensivi, consisteva in una speciale miscela incendiaria la cui composizione era conosciuta e tenuta segreta dai bizantini. Si pensa consistesse una miscela di pece, salnitro, zolfo, nafta e calce viva, contenuta in un grande otre di pelle o di terracotta.
L’acqua non bastava a spegnere un incendio provocato dal fuoco greco, per cui era considerato davvero temibile dagli avversari.

FONTI:

A cura di Enrico della Volpe