L’igiene nel Medioevo

L’acqua e l’igiene nei secoli passati

Igiene 1
Miniatura del Codice Manesse, 1300

Il concetto di igiene ai nostri giorni è diverso dal passato; non vuol dire però che se noi percepiamo in modo diverso il rapporto con l’acqua, l’uomo del Medioevo non si occupasse della pulizia. Al contrario di oggi, la toilette era concepita asciutta e attenta soprattutto alle parti del corpo più in vista ad esempio mani e viso che vengono “bagnate”, ma generalmente ci si lavava sfiorandosi con un panno asciutto.
All’epoca si pensava che l’acqua fosse nociva perché penetrando nei fori della pelle avrebbe rotto l’equilibro umorale; il bagno rendeva fiacchi e deboli predisponendo il corpo al contagio di malattie. Rigorosi accorgimenti venivano adottati prima di lavarsi, tra i quali riposare, rimanere a letto e proteggersi con indumenti adeguati.
Nel Medioevo e nel Rinascimento il contatto veniva visto come uno dei rischi maggiori, si consigliava quindi di evitarlo non esponendo i corpi all’aria infetta.
I bagni pubblici, già esistenti in età romana, erano numerosi e molto frequentati nel corso del XIII secolo.

Medioevo: puliti addosso e tutto lo sporco in strada

In questo periodo il vaso da notte, che aveva fatto la sua comparsa in epoca romana, era ancora usato, e si facevano i propri bisogni anche davanti a tutti. Nelle città il senso dell’igiene personale è molto vivo e l’usanza di fare il bagno è diffusa.

Bagno turco, 1400
Bagno turco, 1400

Esistono bagni pubblici o sale termali che permettono agli uomini di incontrarsi e rilassarsi in una ambiente piacevole. La moda del bagno e la costruzione di latrine, segno dell’eredità culturale romana, sono all’epoca più o meno diffuse in tutta Europa. Poco alla volta, però, i bagni pubblici medievali diventano ambienti equivoci e se in città ci si profuma, ci si acconcia e si affida il vestiario alla cure delle lavandaie, l’igiene delle strade non sembra la preoccupazione principale: è l’epoca in cui si getta tutto fuori dalla porta: così, nelle strade, ci si muove tra pozze e rivoli di acqua sporca e liquame dove navigano escrementi.

Il bagno e l’igiene personale nel Medioevo

Molto spesso noi pensiamo al Medioevo come ad un periodo storico in cui la gente non si lavava mai. Non solo invece i nostri antenati si lavavano più spesso di quanto crediamo, sia che fossero nobili, sia gente comune, ma lo facevano spesso in compagnia di “amici speciali”.

«Era buona norma che nel caso che il padrone volesse fare un bagno, venissero esposti dei panni attorno al letto, ognuno cosparso di fiori ed erbe verdi profumate e che ci fossero cinque o sei spugne per sedervisi o sdraiarvisi sopra. Il bagno durava un certo tempo e doveva chiudersi la porta ed avveniva in un catino di legno imbottito con tessuto pieno di erbe fresche riscaldate e si lavava il corpo con spugne morbide, e poi veniva sciacquato con acqua fresca, tiepida e profumata di rose. Quindi andava a letto, dopo aver indossato le calze ed essere stato asciugato con panni puliti».

A sinistra, il bagno magico di Medea; a destra, il bagno della coppia, 1338-1344.
A sinistra, il bagno magico di Medea; a destra, il bagno della coppia, 1338-1344.

Il fatto di immergersi era conosciuto come “stufarsi” ed era gradito a tutti i livelli della società.
Quando i signori viaggiavano portavano con sé tutto l’occorrente ed anche un servitore responsabile per l’acqua calda. Nei periodi più caldi la vasca era posta all’esterno, in giardino e in inverno presso ad un camino acceso.
Verso la metà del XIII secolo solo i molto ricchi potevano permettersi i fuochi di legna per scaldare l’acqua in inverno, la restante parte della popolazione era costretta a rimanere sporca per la maggior parte del tempo.

In conclusione, al di là delle dicerie…

Igiene 4
Il bagno in un’immagine del 1494-1495

Non vi sono evidenze o testimonianze che i componenti delle famiglie si lavassero tutti in serie nella stessa acqua anche se ciò può essere occasionalmente avvenuto, per diminuire il lavoro necessario. Comunque non si sarebbe lasciata diventare troppo sporca l’acqua, come la tradizione insegna. Al contrario della credenza popolare, la gente nel Medioevo non era completamente all’oscuro del significato dell’igiene ed è assolutamente improbabile che sia stata utilizzata acqua sudicia per lavarsi.
Coloro i quali potevano permettersi una vera vasca potevano anche permettersi dei servi per riempirla più volte.

I bambini e gli infanti godevano di cure particolari, essi sarebbero stati lavati in un catino più piccolo, con acqua pulita. La maggior parte dei paesani non si poteva permettere una vasca, per cui veniva utilizzato una botte a cui si toglieva la parte superiore. Lo sforzo e la fatica di riempirla d’acqua dal pozzo facevano sì che venisse utilizzato il bagno per tutti solo in rare occasioni.

Nel complesso, sembra che l’uomo e la donna medievali fossero coscienti dell’igiene personale e della necessità della pulizia come altra gente in tutta la storia e che ponessero particolare attenzione alla sua apparenza.
Igiene 5Molte città, alla metà del XII secolo, erano fornite di bagni pubblici, anche se erano generalmente poco stimati in quanto erano considerati una facile via per l’uso clandestino della prostituzione, anche se per la gente comune rappresentavano la miglior condizione per evitare la gran fatica di riempire una botte con acqua tiepida e pulita.
Per quanto riguarda l’acqua, già nel XIII secolo le grandi città si erano dotate di pozzi e vi era un condotto per portare l’acqua dalle fonti. Solamente i molto ricchi avevano una toilette, spettava però ai domestici di svuotare le latrine, spesso nel fiume.
L’acqua del fiume stesso era utilizzata per bere o lavare i panni o vari utensili casalinghi.
Per quando riguarda il “bagno annuale”, l’idea che la gente medievale si lavasse poco è certamente ricorrente, ma falsa, la gente si lavava infatti regolarmente: non poterlo fare era considerato come una penitenza.

 Altre forme di pulizia e igiene

La rasatura era difficile, dolorosa e non molto frequente, poiché il sapone era inefficace ed i rasoi, che assomigliavano a coltelli per l’intaglio o per trinciare la carne (ed erano infatti utilizzati per tali scopi) erano vecchi e non affilati.

Igiene 6
Pettine d’osso, cesoie e ornamenti per capelli

Anche il taglio dei capelli non era agevole: le forbici erano simili a cesoie e dovevano essere utilizzate dolcemente per evitare di strappare i capelli.
Sebbene nel XIII secolo pochi aristocratici avessero spazzole per i denti, la toeletta dentale era generalmente compiuta con l’ausilio di legno verde di nocciolo e un panno di lana.
Si ritrovano descrizioni dell’uso di unghie decorate e di pulizia delle orecchie, quasi ad indicare una preoccupazione per la pulizia. I pettini erano comuni e gli specchi avevano un uso funzionale e decorativo. L’attenzione all’igiene personale faceva sì che chi non lo praticasse veniva considerato un eclettico.
Un galateo del XV secolo consiglia i figli dei nobili di accettare i parassiti come cosa naturale ma «di non grattarsi la testa a tavola, prendere dal collo e dalla schiena pidocchi, pulci o altri parassiti ed ammazzarli in presenza di altra gente».

Gilbertus Anglicus, nato circa nel 1180, fu l’autore del Compendium Medicinae (1240), uno dei lavori medici principali del Medioevo che comprendeva anche l’igiene e la cura che ognuno doveva avere di sé. I bagni di vapore, ad esempio, ammorbidivano la pelle ed aprivano i pori.
Lentiggini, nei, rughe, verruche ed altri inestetismi della pelle erano tutti dibattuti, o per trovarvi una soluzione, assieme all’alitosi e agli odori corporei, il che dimostra che la ricerca della bellezza non è cosa nuova.

Il sapone

Il sapone fu inventato molto probabilmente in Oriente e poi fu portato in Occidente (in particolare in Francia) attorno al IX secolo, essendo sconosciuto ai Romani. Questo era un sapone morbido, senza molto potere detergente.
Saponi di maggior consistenza furono disponibili attorno al XII secolo e consistevano generalmente di grasso di montone, cenere di legna o potassa e soda naturale. Spesso erano aggiunte anche erbe aromatiche. Altre forme di sapone contenevano ingredienti quali olio di oliva, soda e piccoli quantitativi di cedro. Questi tipi erano preparati al sud della Francia e in Italia.
Le lavandaie potevano anche utilizzare una soluzione di lisciva e terra di argilla smeltica o argilla bianca.

FONTI:

A cura di Daniele Pellegrini